sabato 26 gennaio 2013

.Gioco a due.

Wow.
Respiro profondo. Il mio primo post... Ansia da pubblicazione, ma mi butto:) Oggi dirò due paroline su 'Gioco a due'.

La classica scheda di Wikipedia riporta: "Gioco a due è un film del 1999 diretto da John McTiernan. La pellicola è un rifacimento del classico del 1968 'Il caso Thomas Crown' [...]"
Permettetemi di riassumervi la trama.
La scena iniziale del film mostra un uomo. Di quest'uomo, in tutte le altre sequenze, e fino alla fine, non verranno forniti tratti rilevanti: va da sè che è ricco, potente, astuto, e abitudinario. La sua routine lo annoia, così prende e ruba un Monet ( il "San Giorgio Maggiore al crepuscolo" ). Che fosse lui l'autore del furto, personalmente, l'avevo intuito, ma è anche detto, più avanti, dalla seconda protagonista del film: Catherine Banning ( l'attrice Rene Russo ). Catherine è un'assicuratrice di quadri, e quel Monet era da lei assicurato, per cui il suo compito è trovare il colpevole, onde evitare l'esborso del suo effettivo valore. Tra i due, comunque, nasce l'amore e fino alla fine ci sarà un dualismo dovere-volere.
La prima volta che vidi questo film, mi colpì che lei e lui avevano la stessa mente. Pensai che non potevano amarsi sul serio, che il senso del dovere di lei avrebbe sempre prevalso sull'amore e sulla possibilità di essere felice, che tra l'insicurezza e il successo costante, Catherine avrebbe preferito il secondo. Non capii il finale. Rivedendolo a distanza di due anni, ho cambiato totalmente opinione. E' evidente che le emozioni si sono spostate, e che sono riuscita a cogliere particolari che prima non coglievo...
I sentimenti mi fanno vedere Catherine come una donna che si è concentrata sul lavoro solo perchè ha paura di essere delusa, vittima, di un amore pericoloso. E' attratta dalle persone come lei: astute, eleganti, ma anche prevedibili, che sanno quello che ci vuole per essere felici. Secondo me, non a caso, l'innamoramento, per lei, credo che avvenga nella scena della colazione: lui e lei sono partiti per un po' di giorni, lei si siede per fare colazione e vede arrivare il cameriere con la bevanda che beve ogni mattina. Possiamo notare un momento di vuoto; è ovvio che lei non se lo aspettava, ma rigida, ancora, e orgogliosa, continua: "Non mi piace essere una conclusione scontata". Lui ride perchè sa di averla conquistata...
Personalmente, se fossi stata Catherine, mi sarei innamorata sicuramente in aereo. Voglio dire, non è da tutti portare una donna a fare un giro per qualche Stato, su un jet privato, e farla addirittura pilotare! Ma a parte questo, da instancabile romantica, è proprio il gesto di una persona che ti tiene le mani, indipendentemente dal fatto che siano sulla cloche o meno, a farmi sognare...
Ma non divaghiamo!
 L'essenza del film è una. Sostanzialmente, questa pellicola, questa storia, è costruita su tre battute iniziali; Thomas Crown sta parlando con quella che presumo sia la segretaria (non compare il volto, ma la voce mi sembra simile a questa figura, che appare a metà della storia):
"Ma altre persone possono fidarsi di lei?"
 "Intende la società?"
"Intendo le donne, signor Crown."
Quindi, riassumendo: Thomas Crown è un uomo ricco e annoiato. Ruba un Monet per noia, finchè incontra Catherine che lo intriga. Così ( questo si scopre alla fine del film ) restituisce il Monet dopo due giorni, e tiene Catherine sulla corda, le fa credere che il Monet è ancora in mano sua... Il tutto perchè ha deciso di sfidare lo scetticismo della segretaria che, all'inizio del film, e dopo quelle battute che ho riportato, lo aveva condannato con un: "E in quale straordinaria circostanza questo potrebbe accadere?". Thomas decide di giocare, fondamentalmente. E capisco solo ora che è Catherine a non essere cambiata...
C'è una prova, credo, di quello che dico: a metà della storia osserviamo un discorso tra Crown e la segretaria.
Lui: "Come si accoppiano due porcospini?"
Lei: "E' vecchia... con molta cautela."
Lui: "Con prudenza...Oppure senza successo."
Questo piccolo scambio di battute fa notare che T.C. è conscio del fatto che Catherine è simile a lui, ma si vuole assicurare che quello che sta facendo ( giocare ) sia giusto. E infatti, in alcune scene più avanti, quando sia Thomas che Catherine sono sul letto, assistiamo a questo dialogo:
Catherine:"E ora come ne esci?"
Thomas: "E' solo un gioco..."
Ecco che Thomas capisce che è il momento di finirla con i trucchetti, che Catherine ha avuto una brillante intuizione, ma che le mancano i punti chiave per incastrarlo. In effetti, i punti chiave ( il falsario, ad esempio ) si troveranno a fine film, qualche ora prima dell'ultimo giochetto di Thomas: l'omaggio a Magritte nella falsa restituzione del Monet. Anche l'omaggio a Magritte, deve essere interpretato non come un gioco, come Catherine e la polizia, invece, lo interpretano; ma come un'ennesima prova che Crown aveva sottoposto a Banning. Infatti, è dopo tutto questo, che vediamo un primo piano delle labbra di Banning che pronunciano: "non ci credo..." ...e corre da lui.
E così, il buon Thomas si è concesso a lei, si è concesso al dio Amore... Ma Catherine è rimasta attaccata ai suoi ideali, e solo agli ultimi minuti abbandona il lavoro, il dovere, e si getta tra le sue braccia...
Decisamente un'ora e mezza di film imperniata sul dualismo : fidati-non fidarti.
Il regista, lo sceneggiatore, sono stati molto sottili: non si capisce bene chi è cambiato, fino alla fine del film. Tutto porta a credere che quella che cambia sia Catherine, perchè è la più volubile, perchè le scene finali sono tutte un crescendo: il sorriso quando vede Thomas nello schermo, la scelta dell'omaggio a Magritte, e quindi il ricordo... per poi concludere nell'inquadratura dell'orologio... Credo che ognuno possa vederci quello che vuole. Io ho visto la svolta di Thomas, però... non posso attribuire il cambiamento a Catherine perchè, per raggiungere Crown di corsa, ha dovuto prima constatare se c'era possibilità di fiducia. E questa è una cosa che non mi piace... Se io decido di fidarmi di una persona, non lo faccio agli ultimi dieci minuti...
Indubbiamente, un ottimo lavoro. Dall'inizio alla fine sei portato a credere che Catherine potrà cambiare, ma a pochi passa per la mente che il vero genio è stato Thomas, che ha saputo trasformare un furto in una sfida e si è anche innamorato... e soprattutto, per i motivi che ho elencato prima ( il dialogo sul porcospino, e quello avvenuto sul letto ) l'elogio non può che andare a Crown che ha saputo tenere tutto sotto controllo.
Solo un'ultima cosa, che non condivido per nulla con gli autori: la concezione dell'arte.
Ecco, questo film è incentrato su tre dipinti in particolare ( Monet - San Giorgio Maggiore al crepuscolo; Magritte - Le fils de l'homme; Manet - The Banks of the Seine at Argenteuil ) ed essendo ambientato in un museo, è ovvio che si è a contatto con l'arte. Eppure (e anche qui un ottimo lavoro di scrittura, devo dire), l'arte è vista dall'esterno. Non un emozione davanti a un Monet, neanche quando Catherine indica a Thomas il Manet: è chiaro che lo fa solo per prendere tempo e rubargli le chiavi. La prima concezione dell'arte si ha in una delle scene finali. Catherine sta andando da Thomas, ma l'ispettore la ferma e le dice che non gli importa di perdere tempo per cose (quadri) "importanti solo per la gente ricca notoriamente stupida"...
Dopo questa frase, io mi sarei indignata. E invece Catherine ( riprova della sua insensibilità, prima dimostrata con la scena delle chiavi ) cosa fa? Gli dice: "Sei una gran persona." ..E lo bacia! Ora, quel bacio, secondo me, è, da parte mia, un ennesimo elogio agli autori, perchè si colloca ( come tutto il film, del resto ) in una posizione ambigua: oggettivamente, lei sta scappando con l'uomo che ama... abbiamo anche visto scene precedenti in cui è afflitta perchè teme di aver bruciato il suo quadro preferito, poi provare emozione quando scopre che Thomas ha rubato per lei il quadro che gli aveva indicato, e infine cosa fa? Bacia il collega per un'affermazione sull'inutilità dell'arte? E' come se quel bacio volesse essere un contentino per l'ispettore che le è sempre "andato dietro", piuttosto che una concordanza sull'inutilità dell'arte.
C'è un ultimo problema. La scheda di Wikipedia, a proposito di questo film, dice che la pointe è ambientata al Metropolitan Museum di New York. Ma, se notiamo, troviamo che i quadri esposti, nella realtà non sono conservati in quel museo. Ad esempio, nella sala degli impressionisti, vediamo un"Autoritratto" di Van Gogh. In realtà, questo quadro è esposto al Musée d'Orsay, a Parigi. Come nello stesso museo si trova in realtà la "Ballerina" di Degas, su cui vediamo Catherine poggiare le chiavi di casa Crown.
Concludendo, quindi, un film molto sottile, ma anche piacevole:)
Lo consiglio, se avete voglia di allenarvi con il ragionamento!!

Bene...
Ora vado; spero di essere stata chiara, almeno in una piccola percentuale.
Ovviamente, chi mi conosce sa che penso che l'amore nato in questo tipo di contesto, non può portare a nulla di buono, e, anche se per me fosse l'ultimo stadio, lo disapproverei. ...Io credo negli aeroplani, e non nei cocktail. Credo nelle mani sulla cloche, più che nelle mani su un giornale...
A presto, con il prossimo film!
"Viola di Mare" o "City of Angels"?
Volete sentire qualcosa sul rapporto senso-motorio o mi volete smielata e con i lacrimoni a parlare di Maggie e il mio Cage? ( *.* )
Fatemi sapere!

2 commenti:

  1. Complimenti per l'apertura del blog e anche per il tuo primo articolo! (Si chiamano così? Mah!)
    Comunque io voto senza dubbio per "Viola di Mare!! Vorrei proprio leggere le tue opinioni su questa pellicola italiana!!
    Continua così!

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    1. Ciao,
      grazie;)
      Sono inesperta anch'io, ma la mia amica qui, mi dice che si chiamano post. "Viola di Mare" sarà indubbiamente più tecnica. Cercherò di spiegare qualche elemento di critica cinematografica... Bene, per ora accogliamo questo voto, a presto!

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