lunedì 25 febbraio 2013

Chocolat - il libro.

Romanzo di Joanne Harris; se alcuni di voi non l'hanno ancora letto, vi consiglio vivamente di farlo, perchè ne vale veramente la pena.
E' un libro particolare: curioso, o carino, per chi non crede; difficile, per chi invece crede o sa che certe cose esistono. Ebbene la prima cosa da chiarire è: chi è la protagonista? Vianne. Ha una figlia, Anouk, ma non un marito, nè un compagno. Giunge nel piccolo paese francese di Lasquenet e prende in affitto quella che prima era una panetteria, trasformandola in cioccolateria. L'autrice mette subito in risalto i pensieri di Vianne, che non è neanche arrivata nel nuovo paese che già si chiede quando andrà via, o se resterà definitivamente. Il paese è piccolo e comunitario, per cui subito il curato ci tiene a presentarsi, invitare la protagonista a Messa, ma il vero scopo è ovviamente capire chi è quella donna, se è degna o meno di restare a Lasquenet. Vianne è genuina, e risponde tranquillamente di non essere praticante, nè tantomeno sposata. Il parroco si congeda. Ora, il libro alterna pagine in cui a scrivere è Vianne, ed altre in cui c'est le curé Francis Reynaud a parlare. Devo dire che, avendo letto anche il "sequel", "Il giardino delle pesche e delle rose", la struttura si capisce molto meglio, perchè quando, ad esempio, narra il curato, sulla pagina troviamo una croce, che appunto ci indica la fascia ecclesiastica. Purtroppo io lessi prima il seguito, poichè, per quanto riguarda Chocolat, avevo visto il film. In realtà andò così: vidi il film da bambina e mi commosse. Poi, poco tempo fa, andai in libreria e mi soffermai sul seguito. Leggendo i commenti dei critici, scorsi: "dalla stessa autrice di Chocolat..." E fu flash. Cavolo, allora Chocolat era un libro! Ma lì non lo trovai. Lo trovai solo in biblioteca e lo presi in prestito. Stessa struttura, eccetto i simboli ( la croce di prima, ad esempio ) che sono stati, appunto nel seguito, aggiunti per arricchire. Ma torniamo al nostro resoconto. Dunque, possiamo cogliere diverse particolarità utili alla formazione di un messaggio e di una morale, nel libro, dalle pagine dei due narratori: Vianne e Reynaud. Da quelle di Reynaud ci colpisce che il curato si rivolge sempre a un certo "mon pérè". Istintivamente, così come feci io, si può pensare che per mon pérè si intenda Dio, finché, però, arriviamo a una frase, in cui il nostro curato scrive: "Almeno una risposta.. una! E invece, nulla. Solo il psshh-pa della macchina che ti fa respirare." E così ci assale un tarlo terribile: chi è, in realtà, quel pérè a cui Reynaud si rivolge? Ci verrà svelato più avanti tra le righe di Vianne: è un curato che c'era prima di lui. Anche se nulla di più. Ma andiamo alle pagine di Vianne. Donna misteriosa, la nostra protagonista, vero? Non solo per noi, ma anche per se stessa. Ancora lei non sa chi è veramente. Gradualmente, l'autrice ci introduce, per lei, parole come 'strega', 'fare le carte', 'arrivare con il vento'... Ci è subito spiegato, da Vianne stessa, che per strega si indica, in realtà, non chi immaginiamo: ossia la donna del medioevo o quella in scopa che rischia il rogo, bensì una figura femminile che ha strani doni; lei infatti percepisce, è diversa dagli altri, ha conoscenze antiche, riesce a chiudere gli occhi e vedere i colori dominanti di una persona, o ancora percepire i suoi sentimenti e 'cambiare le cose'... Allo stesso modo, per 'fare le carte' non dobbiamo pensare alla donna con il turbante, chiusa in una tenda a ricevere gente. No. Qui, fare le carte è anzitutto una cosa intima. Vianne, infatti, fa le carte a se stessa perchè vuole capire, acquisire informazioni utili a preservarle sofferenze. A Vianne non piace, tra l'altro, fare le carte, al contrario di quella che era sua madre, che nelle carte aveva fede e vedeva tutto, senza meditare a lungo sulla possibile interpretazione. Per quanto riguarda, invece, 'arrivare con il vento', in questo libro ho avuto la sensazione che l'autrice non gli abbia dato troppa importanza. Al contrario, invece, nel seguito, in cui c'è davvero tanta minuzia: c'è il vento buono, il vento cattivo, la canzone del vento che rende il vento uditore e quindi agente... Comunque, per essere meno dispersiva, in Chocolat succede questo: Vianne apre una cioccolateria di nome La celeste praline. Non ha molti clienti perchè il curato e quelli che vengono denominati come ' I fans della Bibbia' non tollerano che ci sia una cioccolateria nel periodo di Quaresima. Nonostante questo, però, qualcuno alla porta di Vianne va: è chi in Vianne ha trovato quello che cercava in quel paese, invano. Si tratta, nello specifico, del vecchio Guillaume, con il suo cane Charlie. Cosa cercava, Guillaume? Una conferma. Una conferma che gli facesse dire: allora ho ragione io... ce la posso fare. In pratica Guillaume, prima dell'arrivo di Vianne, ha posto continuamente domande al curato Reynaud riguardo all'anima del cane. I cani hanno un anima? Reynaud ovviamente, da buon cattolico, lo ha congedato con molte penitenze e con una risposta negativa. Ma Vianne è totalmente sicura che anche i cani hanno l'anima, e così Guillaume inizia ad avvicinarsi alla chocolaterie, per saperne di più. In realtà il vecchietto sa già tutto quello che Vianne gli dice, ma ha solo bisogno di sentire quelle parole, perchè è come se se ne dimenticasse, è come se avesse perso la sua forza interna e avesse bisogno di uno stimolo esterno. E così, in seguito, troverà il coraggio di porre fine alle sofferenze di Charlie. Poi c'è Josephine, che ruba per sfogo. Ma smetterà di rubare solo quando Vianne le avrà indicato la giusta strada: non deve sottostare al marito violento ed ubriaco. Lei è una donna libera. E libertà non significa , come erroneamente interpreta Josephine, lasciare il marito e cambiare città. Ma avere il coraggio di restare a Lasquenet, sotto gli occhi di tutti e del marito in particolare, sotto una nuova veste: l'indipendenza. E infine la coppia Armande-Luc. Nonna-nipote. Alla prima è impedita la vista del secondo e viceversa. Perchè e da chi? Perchè Armande è come Vianne, e la madre di Luc, nonchè figlia di Armande ( Caro Clairmont ) non vuole che la vecchia abbia una cattiva influenza su di lui. Ovviamente Caro è una fan della Bibbia. In questo libro, la mentalità di paese c'è tutta. Tuttavia Vianne riesce a combinare un appuntamento tra nonna e nipote. Armande, poi, diventerà amica di Guillaume, e anche di Roux, il nostro ultimo, ma principale, personaggio. Come se tutto questo ( l'unione di Vianne, Armande, Luc, Josephine, Guillaume ) non facesse già abbastanza imbestialire Reynaud, a complicare la situazione è l'arrivo di Roux. Chi è Roux? E' quello che comunemente viene chiamato 'topo di fiume', ossia un nomade che vive su una barca. Per questo arrivo, i 'fans della Bibbia' si organizzano invitando tutti i negozianti ad affiggere sulla propria porta volantini in cui c'è l'invito ad andare via. Vianne, ovviamente, si rifiuta, ed offre a Roux ospitalità. Ad ogni modo, ai cittadini di Lasquenet dà così fastidio che la barca di Roux viene incendiata. Sapremo solo dopo che il colpevole è il marito di Josephine. Roux resta senza casa nè soldi, e si guadagna da vivere facendo lavori da Armande. Descritto così mi rendo conto che è molto brutto. Leggendo, infatti, l'autrice fa percepire al lettore un crescendoo di angoscia e tristezza, e anche lo schifo di Roux verso quell'ostilità. Ma soprattutto un orgoglio, perchè Roux non vuole elemosinare nulla nè a Vianne e Josephine ( che ora abita da lei ) nè tantomeno ad Armande. Comunque, il libro termina con la morte di Charlie ( il cane di Guillaume ) e con la consapevolezza di Armande. Cioè la donna, che è diabetica, sceglie di dare una sorta di 'banchetto proibito' per i suoi 81 anni, in cui morirà. Perchè, questo? Perchè ora, finalmente, può morire in pace. Perchè Vianne le è stata fondamentale: si è riconciliata con il nipote. E, ovviamente, non dobbiamo trascurare l'evoluzione del piccolo Luc, a prescindere dal dire che con la nonna tutto si risolve. Nei fatti, vediamo un ragazzino balbuziente, assoggettato al potere della madre, che riesce a sciogliersi pian piano grazie alle battute della  nonna. Vediamo un Luc che inizia a scegliere. Mente a sua madre perchè sceglie la felicità che gli dà sua nonna, e quello che ritiene giusto. Anche a lui, probabilmente, serviva un po' di input.
Tanti temi importanti... insomma, leggetelo, se volete.
Alla prossima!
Sara.

domenica 17 febbraio 2013

Sanremo 2013

Salve:) Oggi faccio un qualcosa di extra: non commento film, ma i cinque giorni del festival di Sanremo che hanno visto il 47% di telespettatori in più rispetto al 2012. Perchè quest'aumento? Innanzitutto, secondo me, per la scelta di Fazio e la Littizzetto. Questa coppia, che è risultata quella vincente, ha suscitato curiosità e voglia di vedere il festival. L'anno scorso era scaduto, a mio parere, causa Gianni Morandi che non sapeva cosa dire ed era fisso al gobbo. Che ci sia il gobbo si sa. Morandi cercava di non farlo capire con sguardi e sorrisi... Ho apprezzato di più la Littizzetto che con la sua spontaneità diceva: "scriveteli più grandi 'sti gobbi che non ci si vede nulla!". Quindi, sicuramente, l'aumento è stato per la scelta della coppia. Secondariamente, per la qualità: non c'erano vallette che portavano cartellini, e quando giungevano gli si faceva la domanda doppio-senso. Ma una qualità anche artistica: quest'anno, mi diceva una mia amica, le canzoni sono state scelte dal direttore Pagani. Si è visto: per fortuna niente strazio di Emma Marrone, Noemi, Nina Zilli e tutte queste persone che l'anno scorso hanno contribuito alla scelta di andare a ballare piuttosto che guardare il festival. Detto questo, vorrei commentare giornata per giornata quello che è successo.

Primo giorno.
Fazio saluta tutti e presenta come principessa Luciana Littizzetto, che esce da una carrozza, proprio come Cenerentola. La Littizzetto sale sul palco, ed è un po' come vedere "Che tempo che fa", perchè si siede sul palco dell'Ariston, fa un po' di battute sui politici e poi si cimenta nella sua Letterina a San Remo.
Fazio introduce le novità: ogni cantante porterà due canzoni e sarà il pubblico da casa a decidere quale resterà in gara. Già questa è una bella cosa: iniziare così, con una partecipazione attiva, non può che giovare all'audience. Altra particolarità: la canzone scelta sarà annunciata da un personaggio importante, come un fotografo o un giornalista, un attore o un doppiatore. Ovviamente anche questo contribuisce ad essere coinvolgente.
I cantanti:
Nel primo giorno si sono esibiti solo sette cantanti. Gli altri sette, il secondo giorno.
Primo ad essere presentato, Marco Mengoni con L'essenziale e "Bellissimo", che non viene scelta per restare in gara. Un Mengoni in rosso, molto agitato e sudato. Si va avanti, con Chiara Galiazzo, che proveniva dall'ultimo X-factor ( vincitrice ). A mio parere non era giusto inserirla nei Big, ma non c'erano altre categorie, per cui... Le sue canzoni sono "L'esperienza dell'amore", che viene eliminata, e Il futuro che sarà. Ad ogni modo, Chiara non ha ottenuto successo, lì tra il pubblico, fino alla fine; c'è stato solo il televoto a darle una buona posizione. Quando la presentavano, nei giorni seguenti, non c'era un forte applauso. Giungiamo all'artista per cui tifavo: Raphael Gualazzi. Un vero genio. Devo dire che, il primo giorno, non aveva padronanza del fiato, forse contribuiva l'emozione, per cui arrivando alle finali non ce la faceva, soprattutto perchè aveva portato una canzone abbastanza movimentata ( "Senza ritegno", poi eliminata ) seguita da una più calma ( Sai (ci basta un sogno)  ). Il testo è davvero significativo, secondo me:
Se solo avessi potuto cambiare il mondo all'improvviso, 
avrei bruciato l'accidia immemore che porta il tempo.
Avrei fermato la guerra inutile con un sorriso,
e allora, sì, avrei saputo credere.
Secondo me orribili le successive canzoni di Marta sui Tubi ( "Dispari" e "Vorrei". )  E' il momento di Maria Nazionale, che non so davvero da dove sia uscita, che si presenta con due canzoni in napoletano: "Quando non parlo" ed E' colpa mia. Pensavo fosse un ospite, quando l'hanno presentata. E invece no. In gara, fino alla fine, ed è anche stata applaudita dal pubblico a gran voce. ...Com'è possibile?!?
Daniele Silvestri, Simona Molinari con Peter Cincotti. Analizziamoli uno per uno. Innanzitutto voglio dire che avere questi nomi sul palco, insieme al sovracitato Gualazzi, è stata la prova che Sanremo ancora ci crede, nella musica vera. Silvestri, personalmente, non mi è arrivato. Aveva l'aria di uno che non ci crede, della rassegnazione, ma al contempo del tentativo. Infatti si è presentato, per la canzone che è stata scelta ( A bocca chiusa ), anche con un interprete per i sordomuti. L'altra era "Il bisogno di te", che personalmente preferivo. Quelli che mi hanno davvero stupito sono la Molinari e Cincotti, con entrambe le canzoni. E' stato difficile, secondo me, scegliere tra "Dr. Jekyll e Mr. Hide", che parlava delle contraddizioni di oggi: ti ho visto ridere davanti ad un incidente” ; “ma tu chi sei? Verosimilmente non lo sai e la stessa sorte tocca a noi che siamo tutti mezzi matti: un poco Dottor Jekyll, a little Mister Hyde.” La felicità, decisamente più orecchiabile, e che parla di una coppia che non sa più che sapore ha la felicità. La voce della Molinari un po' simile, per tecnica, a quella della Porceddu della sezione giovani, ma di lei parleremo quando sarà il momento. Per ora, davvero tantissimi complimenti a questa coppia, e peccato che non ce l'abbiate fatta, anche se il pubblico gradiva.

Gli ospiti:
Luciana Littizzetto deve scendere dalla scala e non manca di colpire Belen, con il suo scandalo dell'anno scorso. E', però, bloccata, e con questo artificio viene presentato l'ospite Felix Baumgartner, noto personaggio che si è lanciato poco tempo fa al di fuori dell'atmosfera, superando la barriera del suono, in caduta libera. Gli vengono fatte poche domande, alle quali risponde che è fondamentale, per chi vuole fare queste cose, avere la massima concentrazione, perchè si tratta di vita o di morte, c'è in gioco l'ossigeno.
Secondo ospite, il comico Crozza, che esordisce imitando Berlusconi che lancia al pubblico soldi non suoi. Quando doveva continuare il suo intervento, due persone dal pubblico hanno contestato e Fazio si è visto costretto ad allontanarle, ammonendo, con una giusta morale e invitando ad ascoltare un comico che si è invitato. In rete varie informazioni: si pensava che i contestatori fossero inviati di Silvio, ma si lascia correre. Crozza continua il suo intervento...
Terzi, la coppia gay ( Stefano e Federico ). Si sarebbero sposati l'indomani a New York "perchè questo paese non lo permette". Curiosa la diversa impressione dei presenti: c'è stata un'inquadratura che ha mostrato alcune facce commosse e, accanto, una donna scandalizzata.
Quarto ed ultimo ospite, che ha suscitato stupore, Toto Cutugno, invitato a ricevere il premio Sanremo. Le mie impressioni sono curiose: sembrava strano, un po' confuso. Canta la famosa sua canzone "L'italiano", ma esaltato perchè accompagnato dal coro dell'Armata Rossa. E poi, dopo che i rossi russi si sono esibiti, se ne va con una frase: ho nostalgia dell'unione sovietica del passato... Fazio è allibito, Toto continua a non capire... ad ogni modo, un festival iniziato bene ma con diversi intoppi. Il tutto, però, è positivo.

Secondo giorno.

Introduce la serata Beppe Fiorello, omaggiando Modugno.
Si procede con i cantanti.
Entra in scena il perenne strazio dei Modà, che si presentano super-convinti come sempre, con le canzoni "Come l'acqua dentro il mare", scartata, e Se si potesse non morire. Ora, sfortunatamente, io andai ad un concerto dei Modà, una volta. Mi è rimasto impresso l'episodio in cui mi risero in faccia solo perchè non sapevo bene il nuovo testo. E poi, ci sarebbero molte altre cose da dire, a partire da quando si sono arrabbiati con Emma, lo scorso anno, perchè non aveva detto ( lei emozionatissima per la vittoria ) il loro nome tra gli autori della sua canzone. Sono ben contenta che non abbiano vinto!!
Malika Ayane, con due canzoni scritte da Sangiorgi: E se poi, che viene scelta, e "Niente". Personalmente, credo che questi due testi, tipicamente "sangiorgiani", sarebbero stati meglio sulla voce di Giuliano che su quella di Ayane... avrebbero, probabilmente, fatto emozionare di più.
Ovviamente commovente quella di CristicchiLa prima volta (che sono morto) ), soprattutto il parlato. Un testo molto significativo, a mio parere: "Non è vero che c'è il paradiso, il purgatorio, e neppure l'inferno. Sembra più una scuola serale, tipo un corso d'aggiornamento... dove si impara ad amare la vita. [...] Ieri per caso ho incontrato mio nonno, che un tempo ha fatto il partigiano. Mi ha chiesto: l'avete cambiato il mondo? Dai nonno, lascia stare... ti offro un gelato".
Alma megretta ( "Onda che va" e Mamma non lo sa ). Non mi piace la voce del cantante, ma di certo il testo è migliore di quello di Marta sui Tubi.
Gazzè ha fatto delle ottime esibizioni e la canzone ( Sotto casa ) piaceva. "Non si viene al mondo solo per godere, ma perchè un bene superiore ci ha creati"  
E' il turno della brava Annalisa, con "Non so ballare", che non viene scelta, e Scintille. Il problema di Annalisa, a sentire tutti i critici, è sempre stato che non riusciva a comunicare, che era fredda. Penso che si tratti invece di serietà: in effetti è l'unica, come hanno detto molti su Twitter, che si è inchinata all'orchestra e al pubblico. E questo, ovviamente, non è considerato... Personalmente mi è arrivata più lei che Chiara. E anche al pubblico. Solo che, purtroppo, non aveva possibilità con le ragazzine assetate da Mengoni e Modà.
E infine ecco Elio e le storie tese, che si presentano, dopo ben 17 anni di assenza da quel palco, per la prima canzone ( "Dannati forever" ) vestiti da diaconi, poi si tolgono l'abito e si esibiscono in quella che secondo me è una canzone che non meritava due premi. Parlo de La canzone mononota, che, secondo me, è un appello agli italiani. Infatti si canta contro i neocantanti superapplauditi che non riescono però a cantare su una nota sola. "Ma se non sei in grado di cantare la canzone mononota, ti consigliamo di abbandonare il tuo sogno di cantante". Questa canzone vincerà il premio miglior arrangiamento ( ok, va bene ) e il premio critica ( Mia Martini ) che, sinceramente, avrei dato a Gualazzi o Cristicchi, per la profondità del testo. Ad ogni modo, per quanto sia vera e giusta la critica a questi neocantanti, non si può andare a Sanremo con quest'indole stizzita. Lo spiegherò meglio nella quinta giornata.

Gli ospiti:
Prima ospite, la top model israeliana Bar Refaeli. La Littizetto prova ad essere spiritosa con battute della serie: Bar... ti posso chiamare Chiosco? Ma lei non ci sta ed è molto stizzita. Un sorriso tirato e anche battute volontariamente non tradotte dall'interprete, ma capite dal pubblico che sa un minimo l'inglese, come "Luciana è gelosa di me:)". Le fanno suonare la batteria, e lei: "Mi fate suonare la batteria perchè volete vedere che non so fare solo la modella?:)"
Il momento più atteso per tutti, però, è quello che segna l'arrivo di Carla Bruni. La Littizzetto, che l'ha ampiamente "sputtanata" da Fazio, a Che tempo che fa, freme. Tutta contenta dice: "è la mia missione! Carla." Vediamo un primo momento in cui Fazio la intervista sul suo nuovo album, e poi le lascia il palco per esibirsi nel singolo Chez Keith et Anita. Poi giunge la Littizzetto, che, coerentemente a quanto detto su rai3, non si esula dal prenderla in giro, al punto di duettare con lei La chanson de Carla Brun Brun. Comunque, Carla Bruni, alla vista della Littizzetto è evidentemente nervosa, ma...se ne frega! ha preso centomila euro per venire a Sanremo.
Terzo ospite, Asaf Avidan, spettacolare nell'esibizione di One day / Reckoning song su cui chiedono anche il bis.
Quarto ed ultimo ospite, Neri Marcorè nelle vesti di Alberto Angela.

Secondo giorno particolare anche perchè si esibiscono i giovani. Passano alla finale Renzo Rubino, con una canzone molto bella sull'omosessualità: Il postino ( Amami uomo ). Gli si viene chiesto anche il bis, ma per regolamento, puntualizza Fazio, il cantante non può ripetersi; e i Blastema, con Dietro l'intima ragione. I Blastema, secondo me, non comunicavano. Rubino molto, la canzone e la melodia erano belle, ma purtroppo si perdeva nella vocalità, non aveva voce particolare.

Terzo giorno.

Terzo giorno caratterizzato dagli altri giovani che sono selezionati per la finale: Antonio Maggio, con Mi servirebbe sapere ed Ilaria Porceddu, con In equilibrio. Ora... Maggio era completo e completamente padrone del palco. Con "completo" intendo che il testo era buono ( parlava di un ragazzo a cui piacerebbe sapere in anticipo la strada giusta per evitare il dolore ), la melodia ottima ed era anche candidato a potenziale tormentone. La Porceddu era, però, mille volte più brava di lui. L'esordio con quell'acuto in falsetto che prende e ti attacca allo schermo. Il problema è che il testo non colpisce ( il circo come metafora della vita attuale ) e sull'ultima strofa gioca molto sullo sguardo, che risulta allo spettatore un po' carico di pazzia.
Terza giornata caratterizzata, anche, dal flash-mob di Luciana Littizzetto e l'appello contro la violenza sulle donne. Poche parole,  ma dirette, capaci di commuovere. Probabilmente questa commozione l'ho sentita perchè concentrata, ma credo che la sola frase "la violenza non c'entra nulla con l'amore" sia d'effetto.
Non dimentichiamoci che in questa serata c'è stata anche la classifica provvisoria dei Big. La scena è stata abbastanza particolare, perchè all'ultimo posto si sono visti gli Almamegretta e Marta sui Tubi. Seguiti da Malika Ayane, Cristicchi e Gazzè. Ovviamente ai primi posti Mengoni, Modà, Annalisa e Chiara... Questo è altamente indicativo... Non proferisco altro.

Gli ospiti:
Primo ospite è un Roberto Baggio ormai invecchiato, accolto dal pubblico con standing ovation. Fazio lo intervista, chiedendogli se intende abbandonare definitivamente il calcio. A cui il calciatore risponde di no; poi si concentra sulla figura di Baggio come rappresentante di un'associazione umanitaria. Infine il giocatore legge una lettera rivolgendola ai giovani in cui invita a non rinunciare mai ai propri sogni. A me, personalmente, hanno commosso le parole ( non della lettera, ma durante l'intervista ) in cui descriveva le scene di tenacia nella sopravvivenza di quei popoli orientali vittime di sofferenze.
Secondo ospite, Leonora Armellini, pianista ventenne di Padova, che suona Chopin, pianista romantico per eccellenza. Trovo un po' senza senso questo invito, però ho apprezzato molto la sincerità e la stima che è apparso sul volto della Littizzetto quando le faceva i complimenti. Si è visto che la reputava brava perchè effettivamente lo era. E si è vista, a mio parere, ancora una volta la sua coerenza: l'essere contro le raccomandazioni o i personaggi dei talent-show. Ovviamente, mi direte: come può essere contro se ha condotto un festival in cui c'erano almeno sette personaggi provenienti dai TS? ecco, nonostante questo, Luciana è rimasta coerente e anche quando è stato proclamato il vincitore non gli ha risposto molto bene.
Terzo ospite: Antony and the Jonhsons. Spendo qualche parola in favore di questo cantante, innanzitutto perchè è molto bravo; secondariamente perchè ha duettato, in passato, con la mia artista preferita: Elisa! E poi perchè, durante l'intervista di Fazio legata alla canzone che ha suonato e cantato ( You are my sister ) ha detto delle bellissime parole, che hanno creato un po' un effetto cinema americano, per intenderci: quei valori della famiglia e dell'onesta intellettuale che oggi sono persi.
Infine, vediamo un simpatico Albano, invitato per ricevere il Premio Sanremo, entrare in scena cantando Nostalgia canaglia, molto probabilmente in riferimento alle volte in cui ha cantato su quel palco. E infatti, successivamente, lo vediamo fare delle flessioni per baciare il pavimento dell'Ariston. Anche per lui, standing ovation e inquadrature che hanno mostrato donne con cartelloni e fotografie in suo omaggio. La Littizzetto era particolarmente divertita, anche perchè il primo giorno aveva accennato all'allarme meteorite dicendo: "Speriamo che non cada prima che venga Albano, che sennò si incazza. Lo sapete com'è fatto lui".

Quarto giorno.
Importantissimo Quarto Giorno. Sono tutti col fiato sul collo perchè c'è la finale dei giovani: si decreta, ossia il vincitore. In questa occasione viene presentata la Giuria Di Qualità, formata in presidenza da Nicola Piovani, poi nomi illustri come Serena Dandini, Paolo Giordani, Neri Marcorè... tutte presenze impegnate in diversi settori: dalla recitazione alla comicità, dalla composizione alla scrittura, così che i vincitori potessero essere giudicati per tutto. E così, vengono assegnati due premi: il premio critica ( Mia Martini ) a Renzo Rubino, con la sua canzone sull'omosessualità. Era ovvio che non vincesse, perchè non avrebbero mai promosso quel tema in diffusione nazionale. Se ci si pensa bene, Povia cantava di un gay che torna ad essere etero. Per cui...
Comunque il vincitore è Antonio Maggio. Il punto, però, è che la Porceddu ha avuto più televoto di lui. Per cui, se solo la giuria avesse votato per lei, avrebbe vinto. Mi chiedo, il testo, ha così influito per eliminarla?
La quarta serata è stata caratteristica perchè si è svolta la Sanremo Story: ogni cantante in gara ha portato un pezzo di un artista delle precedenti edizioni, dall'inizio ad oggi, rielaborandolo o meno. Particolare perchè molti artisti, come Annalisa, pur essendo giovani, hanno scelto canzoni "antiche" ( rispetto alla loro nascita ).
Per contrasto, ironicamente, Gualazzi, che ho amato fino ad ora, non mi è piaciuto, perchè ha letteralmente storpiato "Luce", di Elisa. Va bene riarrangiarla in chiave jazz, ma non c'era melodia vocale: era quasi un parlato su una base di pianoforte.
Non elencherò tutte le cover. Secondo me la migliore è stata quella di Annalisa, che ha eseguito "Per Elisa" di Alice, con Emma Marrone.  La peggiore quella di Gualazzi ( "Luce", di Elisa ). Particolari quella di Mengoni e Almamegretta. Il primo ha portato una canzone di Luigi Tenco, e così si è avuta la possibilità di ricordare la sua scomparsa proprio in occasione del festival. I secondi, invece, hanno sostituito il cantante per "motivi religiosi"...

Gli ospiti:
Primi ospiti, "I figli di", ossia i quattro presentatori di Sanremo di ventiquattro anni fa. A me non sono piaciuti per nulla: molto confusionari, caotici e anche irriverenti tra di loro, per quanto la cosa fosse organizzata. Nello specifico, la figlia di Celentano era molto autoritaria e, pertanto, antipatica. Nonostante fosse scritto nel copione che dovevano ripetere quelle scenette. Chi mi è piaciuto molto, invece, è stato il secondo ospite: Stefano Bollani. Ha eseguito una sua canzone, ma poi ha coinvolto il pubblico chiedendo di scegliere cinque canzoni a caso delle scorse edizioni, così da fare un midley. Potrebbe, da molti, essere visto come una presunzione, ma invece il pianista è stato davvero umile. Con tanta passione e bravura, memoria ( quando una signora ha detto "Non mi viene niente", lui ha detto "eh la cantava...[non ricordo il nome]" ) ha eseguito un medley che non è neanche bello, alla fine, però è stato bello il modo in cui lo ha fatto. Qualche parola contro il terzo ospite: Pippo Baudo, che si è dimostrato assetato di donne ( bramava la Littizzetto ) e di applausi ( fateli applaudire, l'applauso è bello" ); e anche orgoglioso di se ( "eh si, creai queste categorie...". Infine, per me, non ha suscitato alcuna emozione l'ultimo ospite, Caetano Veloso.

Quinto giorno.
Vince Mengoni. Nulla da dire, se non... -.-'' 
E che ha dedicato la vittoria a Luigi Tenco.
Neanche sugli ospiti mi soffermo molto, perchè non mi son piaciuti per nulla: Bocelli, Bisio...L'unica che mi è piaciuta è un'artista inglese che sta facendo successo, di certo molto più brava della pianista ventenne di qualche giornata fa. Si tratta di Birdy. Mi ha letteralmente commossa. Per chi volesse sentire la sua canzone, clicchi qui.
L'unica cosa su cui ho intenzione di soffermarmi è il fatto che Elio e le storie tese, tra le altre cose ( sono in finale con i Modà e i Mengoni, hanno vinto il premio miglior arrangiamento ) hanno vinto il premio Mia Martini. Come si può far vincere il premio Mia Martini per un testo così presuntuoso?
Comunque, c'è da dire che la giuria di qualità, in questo caso, aveva votato bene. Il 44% di voti era stato dato ad Elio. Il resto a Mengoni. Ovviamente, con il televoto, ha prevalso quest'ultimo, ma per me questo 44% significa molto, perchè testimonia la speranza di un Sanremo che può farcela.

Grazie a tutti per avermi letta fin qui.
Sara!

P.s. Tra gli ospiti del quinto giorno ho dimenticato Chiara Baldi, la modella. Decisamente la mia favorita. Molto umile e decisamente migliore della Refaeli. Ciao!



sabato 16 febbraio 2013

.City of Angels.

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City of Angels...
Non posso credere di essere riuscita a scriverci qualcosa su...
Un bel respiro...e via!
Innanzitutto voglio dire che è diventato da poco il mio film preferito. Prima lo era "Il mistero dei templari", sempre di Nicolas Cage, il mio attore preferito. Mi piaceva perchè c'era ingegno e amore per la cultura. Amavo l'idea di un uomo che consegue più lauree, nella sua vita, semplicemente per il gusto di apprendere e di conseguire un obiettivo, un sogno che aveva da bambino... Cosa successe, dunque, che mi fece cambiare preferenza? Accadde che un giorno accesi la televisione ( evento raro, perchè non la guardo per nulla ) e vidi che su un canale proiettavano "A Family Man". Lo avevo già visto, ed ovviamente lo rividi perchè mi piaceva troppo l'interpretazione di Cage. Quell'uomo ha la capacità di tenerti incollato allo schermo, anche nei film più brutti. Ad esempio, ricordo che era da poco uscito il suo nuovo film "Season of the witch", che in italiano è stato reso stupidamente come "L'ultimo dei templari", solo per invogliare il pubblico a vederlo, nell'illusione che fosse come "National Treasure" ( "Il mistero dei templari" ). Ad ogni modo, era appena uscito ed io lo vidi insieme ad una mia amica: terribile. Tempeste di vento, streghe che risorgevano... Ma Cage riusciva a trasmetterti perfettamente l'adrenalina. Comunque, torniamo a quella sera. Accesi la televisione, mi accorsi che trasmettevano "A family man" e lo rividi. Poi, scorsi un titolo: segue alle ore 23:00 "City of Angels - La città degli angeli". Decisi di vederlo... e ne rimasi letteralmente incantata.
La storia parla di un chirurgo ( Maggie, interpretata da Meg Ryan ) molto pragmatico, che non crede negli angeli. Un giorno la suddetta dottoressa sta operando un paziente di cuore. Esegue tutto correttamente, ma sorge una complicazione, dovuta probabilmente alla circolazione del sangue nell'arteria. Così il paziente muore. Nicolas Cage, in questo film, fa il ruolo di Seth, un angelo, che ha il compito di portare le anime dei defunti a Dio. Così, ovviamente, quando il paziente della dottoressa muore, Seth prende la sua anima e la porta a Dio. La particolarità è che durante l'operazione, un collega di Maggie le dice: "Se ne sta andando". Seth guarda il tutto dalla finestra, normalmente, perchè sa che tra poco dovrà prendere l'anima, ma vede Maggie fissarlo intensamente e rispondere al collega: "Non va da nessuna parte". Purtroppo non riesce a salvarlo, così corre disperata nelle scale a piangere. Seth ricongiunge la sua anima a Dio, ma non si fa sfuggire la cosa: Maggie lo aveva guardato e lui doveva approfondire la questione. Fino ad ora lui sapeva che gli angeli fossero invisibili ai viventi in salute. E Maggie di certo non stava per morire, nè lui aveva ricevuto l'ordine di portare a Dio la sua anima. Perciò l'angelo va da un suo collega e gli chiede spiegazioni. L'amico risponde che è possibile essere visti solo se si vuole. Seth pensa di essersi reso visibile perchè voleva aiutare Maggie, perchè era evidentemente presa dallo sconforto della morte, di un suo fallimento, così se ne convince. Tuttavia la cosa non finisce lì, perchè lui decide di incontrarla per aiutarla, per dirle che era stata bravissima, che aveva fatto tutto il possibile, ma doveva accadere. Le parole che Seth usa, nel suo discorso, colpiscono Maggie, tanto da desiderare che il signor Messinger ( paziente di cui Seth si era finto amico, con la scusa di incontrare la dottoressa ) non muoia, perchè deve darle il numero dell'angelo.
Capiamo ormai che Maggie è colta dall'amore. Si innamora di lei anche Seth, che le regala un libro di Hemingway. Qui mi fermo, perchè questo autore arricchisce la trama del film: Maggie trova il volume sul suo comodino, lo legge e le piace. Corre dal fidanzato per ringraziarlo, ma lui dice che non le ha mai preso questo libro, così lei va in biblioteca, convinta che un suo paziente lo avesse dimenticato nel suo ufficio e lei lo avesse preso per sbaglio. Il bibliotecario sta cercando le informazioni necessarie, e Maggie casualmente incontra Seth, che le legge ( proprio da quel libro ) queste righe:
"Mangiando le ostriche con quel forte sapore di mare e quel 
leggero sapore metallico, bevendo il loro liquido freddo da
ogni guscio, accompagnandolo con un gustoso vino frizante,

quella sensazione di vuoto sparì e cominciai ad essere felice".

Dico che questa parte, forse incompresa in una prima inattenta visione, è importante, perchè Seth  non può "sentire". Essendo un angelo, non ha il gusto del tatto, del gusto, come negli umani. Quindi, leggere Hemingway gli piace molto. E' per questo che probabilmente sceglie di dividere questa passione con Maggie, ed è qui, che probabilmente, se ne innamora.
La questione, il  movimento del film, giunge quando Maggie inizia a sospettare sulla natura di Seth: ha notato piccoli particolari, come ad esempio che in una fotografia scattata alla festa di bentornato del signor Messinger, al posto della sua immagine, è uscita solo luce. La conferma arriva quando lei chiede, scientifica come sempre, di tagliare la lattuga. Seth erroneamente si taglia e Maggie, poi, lo taglia appositamente. Non esce sangue, non c'è neanche una ferita. Seth le dice la verità, ma Maggie non può concepirlo. Così gli chiede di sparire. Giorni dopo, le giunge la proposta di matrimonio dal suo fidanzato. Non risponde, e invece si reca dal signor Messinger per visitarlo. Il signor Messinger le rivela che anche lui era un angelo, una volta, e che Seth è molto innamorato di lei, a tal punto di rinunciare alla sua condizione, alla sua esistenza da angelo, per diventare umano. Ora, ovviamente, come è logico aspettarsi dopo queste premesse, Seth, per libero arbitrio, sceglie di diventare uomo ( curioso il fatto che si scelga la condizione umana "cadendo" da un piano alto ) e va da Maggie. Quello che non mi piace è che la scelta è quasi "dipesa" da una richiesta indiretta di Maggie. Vediamo, infatti, che la dottoressa, dopo il dialogo con il signor Messinger, chiede a Seth di mostrarsi per potergli parlare. Lui si mostra, e la reazione di lei è commovente... dice: "Sei bellissimo..." Ma tutto questo è smentito dalle parole che vengono immediatamente dopo: gli dice addio perchè ha deciso di sposare il suo fidanzato. "Ma tu non lo ami..." tenta Cage, che in tutto il film ha quell'espressione da toglierti il fiato. "E' quello di cui ho bisogno. Ho bisogno di una persona che mi tocchi, che mi stringa mentre dormo, che possa trovare al mattino." Questa, per me, è raggiro psicologico. E' una richiesta indiretta: diventa umano oppure mi sposo con un altro.
Criticato questo, elogio quello che viene subito dopo. Non ho parole per descriverlo... lascio alle immagini questo compito: ( video youtube )
Brividi... "Siamo in sincro... un sincronismo perfetto..."
Mi dispiace tanto per il finale... Seth diventa umano, Maggie è felicissima... E cosa fa quando un essere umano è felice? Tenta di ricongiungersi a Dio, tramite la natura... Va, quindi, a fare una bella pedalata in bicicletta... Braccia al vento... E muore... investita da un camion... Secondo me quello che viene dopo non ha molta importanza. La frase che dice Seth, quando l'amico gli chiede cosa avrebbe scelto se lo avesse saputo,  è solo a riprova del fatto che lui amava davvero tanto Maggie. Infatti risponde: "Avrei preferito un solo tocco della sua pelle che restare l'eternità senza".
Finale aperto: Seth va nella spiaggia in cui di solito si riuniva con gli altri angeli, quando era in quella forma, e si tuffa nel mare. Morirà? Riemergerà?
A voi la libera scelta... Ad ogni modo, un film toccante... Io ci vedo un momento particolare della mia vita... e voi?
Alla prossima,
Sara.

venerdì 8 febbraio 2013

Sette Anime

Aloha:)
Dio mio quanto è stato difficile scrivere su Sette Anime!
E' un capolavoro che tocca, secondo me; il problema è che, dal punto di vista cinematografico, è un po'... movimentato. E quindi anche se ti scende una lacrima per una determinata scena, l'inquadratura immediatamente successiva ti riporta in un altro punto e la lacrima resta lì, sospesa. O se è scesa, si asciuga subito, al posto di scorrere.

Let's start!
Ormai chi mi segue avrà capito le due modalità possibili di impostazione di un film: S A S' oppure A S A'. Questo film non si può definire nè l'uno nè l'altro.
Perchè? Mi e vi chiederete. Perchè non c'è una situazione iniziale e manca anche un'azione che potrebbe portare a delineare un quadro, minimo.
Qualcuno, un giorno, mi disse: "I film americani iniziano dalla fine". E va benissimo. Infatti "Sette Anime" inizia con la telefonata del protagonista ( l'attore Will Smith ) all'ospedale; chiede un'ambulanza perchè si sta per suicidare. Dunque, quello che possiamo capire dalle inquadrature successive è che il regista ci sta mostrando la vita del protagonista, o comunque quello che è successo prima del suicidio.
Il problema è che mi è sembrato non esserci un filo logico.
La prima scena dopo l'inizio-fine è una telefonata di Ben ( Will Smith ) ad un'operatore di un call-center. Un certo Ezra, ebreo cieco. In seguito, altre telefonate, o altri ricordi... E questo va avanti fino al primo tempo. Infatti, ricordo che quando andai a vederlo al cinema con un mio amico che qui, come un tempo fece Svevo, citerò come dottor F., all'intervallo tra i due tempi, entrambi eravamo allibiti. Non stavamo capendo nulla. Io avevo letto la trama su Wikipedia, prima di andare al cinema, quindi sapevo dove il film "andava a parare", ma al primo tempo comunque ero perplessa. Insomma, almeno per me, c'è stato bisogno di una seconda visione per intuire meglio.
Siamo più specifici.
Dicevamo che Ben chiama Ezra, l'operatore telefonico. Prima della chiamata, la telecamera ci mostra un primo piano di una lista di nomi, tra cui cerchiato quello di Ezra. Se un osservatore non attento non lo avesse colto e non si fosse ricordato quel nome, la telefonata di Ben gli sarebbe risultata, probabilmente, ancor di più senza senso. Comunque, in questa telefonata vediamo Ben insultare l'ebreo cieco e riattaccare. Subito dopo, Ben è colto dalla rabbia e spacca sedie. Poi, un'altra scena: è dietro una scrivania e sta scorrendo, anche qui, un elenco di nomi. Si concentra su una certa Emily Posa, apre la sua scheda e fa un download. Successivamente si reca a casa sua, non la trova perchè è in ospedale, va in ospedale, non lo fanno entrare e torna a casa. Altra scena: lo chiama il fratello, ma lui riattacca. Fino ad ora, l'unico elemento comune è la lista di persone, comparsa due volte. Andando avanti, vediamo Ben che va a parlare con un uomo, ma casualmente si imbatte in Ines, vecchietta con cui sta parlando il destinatario di Ben. Ben passa avanti, dialoga con l'uomo e, finalmente, possiamo cogliere un elemento-chiave: Ben può cambiare in modo consistente la vita di quell'uomo ( e, come vedremo in seguito, di molti ). Altro elemento fondamentale si trova al ritorno del dialogo tra il protagonista e l'uomo; dialogo conclusosi con Ben che doveva riflettere se concedere all'uomo una deroga o meno. Ebbene al ritorno c'è una delle scene più commoventi del film, a mio parere. E se ci avessero messo una musica adeguata, sotto, le lacrime sarebbero scese prima. Che succede, dunque? Ben si ferma dall'anziana Ines. Aveva notato che non parlava, ma le chiede gentilmente di dirgli se l'uomo a cui deve fare la deroga è una brava persona. Una delle scene più belle del mondo: una vecchietta ancora molto energica, ma che non ha la forza di parlare del dolore. Trova ancora il coraggio, però. Il coraggio di lottare. E così scrive. Scrive. Scrive. "Le medicine che mi dà mi fanno girare la testa. Voglio cambiarle." Ben la incoraggia a scrivere ancora... "Mi punisce."
Vi prego, fermatevi tutti e date il posto agli anziani, agli anziani che hanno ancora la forza.
Vediamo Ben prendere in braccio Ines, portarla in bagno e dire all'uomo con cui aveva parlato prima, e sotto gli occhi di tutti: "Fatele un bagno! Subito!" La scena è bellissima... Ines allunga la mano verso Ben, un perfetto bianco latte verso un perfetto gianduia, e gli dice : "Thank you..." Ovviamente glielo dice in italiano, dato che il film l'ho visto in italia, ma ero troppo presa da quella scena da non sentire le parole e leggere le labbra di Ines. Vi mostro la scena. Ditemi se non sarebbe stato meglio con una musica migliore, come ad esempio questa.
Qui l'elemento-chiave che deduciamo è che Ben si deve accertare, prima di concedere un beneficio, se il beneficiario lo merita o meno.
Le scene seguenti mostrano, prima, Ben che parla con un uomo biondo in un campo da golf. E lì, possiamo trarne un altro tassello importante per la nostra trama: Ben e quest'uomo hanno un patto. Quest'uomo aspetta   delle schede mediche, che in seguito dedurremo sono di Ben. Poi, il regista ci mostra il nostro protagonista nuovamente in ospedale, che fissa un bambino. Qui c'è un'ambiguità intenzionale di regia. L'inquadratura mostra chiaramente il bambino, ma poi sfuma e dietro di lui c'è Emily Posa. Quest'ultima rende esplicita l'ambiguità di regia dicendo a Ben: "Fissavi loro o me?"
Continuando, vediamo Ben che si reca a casa di Emily per discutere di una sua evasione fiscale. E poi, scene seguenti, in cui il nostro amato Will Smith osserva un coach di hockey.
Quello che possiamo tutti dedurne FINO AD ORA è che Ben osserva persone, poi vi entra in contatto e ad alcune cambia la vita concedendo deroghe, dato che si occupa di gestione monetaria. 
Improvvisamente, la svolta! Viene svelato il ruolo di Ben. Lo vediamo recarsi reca una certa Holly che è quasi commossa nel vederlo; e le chiede: "Voglio un nome. Una persona che ha bisogno di aiuto ma che è troppo orgogliosa per chiederlo ad altri."
Holly gli dà il nome di una spagnola abusata dal marito, Ben la visita e solo nel secondo tempo si vedrà che le donerà una casa.
Ora, nel secondo tempo ci si aspetta che la trama venga svelata. Purtroppo devo deludervi. La trama resta ancora fatta di elementi colti qui e lì, però almeno una cosa positiva in questi altri 60 minuti c'è: il regista è fermo su Ben e Emily che si stanno innamorando. Ora, mi tocca svelarvi il tutto per farvi capire alcune altre cose: Ben in realtà si chiama Tim. Fa l'ingegnere. Un giorno guidava per tornare a casa e gli arriva un messaggio di lavoro. Per prendere il cellulare non vede una macchina sopraggiungere e causa un incidente in cui muoiono sette persone. Per cui, decide di cambiare in meglio la vita di altre sette persone. Cosa fa? Dona una parte di fegato a Holly ( ecco perchè era commossa nel vederlo ). Aiuta l'istruttore di hockey. Regala una casa alla spagnola abusata dal marito. Dona il midollo ad un bambino ammalato di leucemia ( quello che fissava ). Dona un rene al fratello. E gli ultimi due? Si vede nel secondo tempo.
Bisogna sapere che Emily è ammalata di cuore e ha bisogno di un trapianto. La percentuale di donatori, però, è bassissima, dato il suo raro gruppo sanguigno. C'è una possibilità che varia tra il 3 e il 5% che ci sia un donatore. Ed Emily ha un mese massimo di tempo per trovarlo. Ben voleva aiutare Emily, che evadeva il fisco, allungandole il termine di pagamento di mesi e mesi e senza interesse, mesi in cui la donna avrebbe potuto ricavare denaro, lavorando. Ecco perchè si presenta come agente del fisco ecc. Succede, però, che, mentre verificava se Emily era una brava persona o meno, e quindi se poteva ricevere il suo beneficio, si innamora di lei. Il tutto avviene frequentandosi quelle poche volte per discutere di pagamenti. Emily che lo chiama perchè aveva il suo biglietto di lavoro in tasca, però gli chiede di raccontarle una storia... lui che ha pena di lei, che non si regge in piedi, e porta a spasso il suo cane ( l'alano Duck ). O ancora, le strappa le erbacce perchè Emily non ce la fa, con il suo cuore. Le aggiusta la macchina con cui lei guadagnava. Viene invitato a cena dalla donna. Fanno l'amore. E fanno un gioco. Il gioco del "Mettiamo che".
Emily: "Mettiamo che trovano un donatore. E il mio corpo non rigetta il cuore..."
Ben: "...Mettiamo che facciamo dei bambini. E che ci sposiamo."
Emily piange, e si dicono "ti amo" insieme...
Beh, la vita a volte va così: Ben si accorge di essere innamorato, corre in ospedale, ma la dottoressa gli dice che c'è pochissima probabilità di trovare un donatore, per Emily. E così Ben si sacrifica. Voleva aiutarla con il fisco, ma si suicida e le dona il suo cuore. Emily, dunque, è la sesta anima. La settima? L'ebreo cieco, a cui dona i suoi occhi.
Prima del mio commento sulla scelta di Ben, un'incongruenza sulla figura di Emily; insomma: è magra, non si regge in piedi, non riesce a correre nè, ancor più semplice, a portare il cane a spasso... ma riesce a fare l'amore.. vabbè! Comunque, io penso che dato che Emily aveva un mese di tempo ( le avevano prescritto dei beta-bloccanti ), Ben poteva anche aspettare... se proprio non ci fosse stato nessuno, si sarebbe sacrificato. Ma non sacrificarsi la prima notte d'amore, solo perchè si accorge che potrebbe far di tutto per l'amata... almeno, secondo me.
Ad ogni modo, un film molto toccante. Ripeto, mi dispiace solo per la struttura. Muccino non mi piace proprio per questo: quando riprende, riprende a cavolo. Magari una stabilità avrebbe contribuito a un successo da star.
Comunque, Will Smith non si smentisce mai.
Buona giornata a tutti!
Sara.