sabato 30 marzo 2013

Warm Bodies:)

Ed eccoci di nuovo qui, questa volta alle prese con un film fantascientifico: Warm Bodies.

Prima di iniziare, voglio fare un'importante premessa: non ho letto il romanzo omonimo da cui è tratto il film, quindi queste righe che scriverò saranno basate solo su quello che ho visto.
...Let's start!

La trama è semplice: c'è stata un'apocalisse zombie alla quale è sopravvissuta solo una piccola comunità umana, che vive in una zona blindata al riparo dai suddetti mostri. Gli zombie vivono in un aeroporto. Essendo dei non-morti, presentano sia tratti non umani ( quali l'aspetto, la puzza, il non poter dormire ) e dei tratti umani ( come la fame ) e, appunto, quando hanno fame, si nutrono di cervelli umani. Per questo gli umani devono nascondersi da loro e al contempo cercano di ucciderli, portandoli definitivamente nella dimensione dei morti e quindi togliendogli ogni tratto umano.
Altra premessa importante: gli zombie credono che il loro unico fattore umano sia la fame e che per tutto il resto siano zombie.
Succede all'improvviso che mentre degli uomini armati cercano di ucciderli, lo zombie più giovane del gruppo si innamora di una ragazza della compagnia, salvandola dalla morte sicura, e quindi portandola in un aereo, "al sicuro". La ragazza, di nome Julie, e lo zombie, di nome R. (sì, avete capito bene, Erre ), coltivano il loro rapporto finchè lo zombie scopre che può provare emozioni umane e che quindi grazie all'amore può tornare definitivamente umano. Allora Julie lo dirà al padre ( che comanda tutte le armate ) che inizialmente non la crederà ma poi vedrà con i suoi stessi occhi che lo zombie è umano, e sospenderà le operazioni di uccisione integrando gli zombie, ormai uomini, nella comunità.
Non è una grande trama, ma se sviluppata bene, potrebbe risultare accettabile.
Il grosso problema, quindi, è che il film è fatto malissimo.
Se dovessi dargli un voto in stelline, da uno a cinque, gli darei due.
Vediamo con calma tutte le parti di questa pellicola.
Innanzitutto, la grafica. Va benissimo che c'è stata un'apocalisse zombie e che ci troviamo di fronte a dei mostri, che quindi il paesaggio è desolato e prevale l'ambiente metallico, ma non è ammissibile, a mio parere, che l'unica scena in cui c'è il sole si trova nel secondo tempo e che, anche quando è mostrata la comunità umana, il cielo è grigio ed è notte fonda. Quindi grafica cupa e scene a volte un po' splatter, come quando lo zombie protagonista mangia un cervello e si vede proprio una brodaglia viola che gli esce dalla bocca. Osservazione: poichè gli zombie, mangiando il cervello, possono entrare nei ricordi della persona a cui è appartenuto il cervello stesso, gli autori potevano rappresentare questa scena semplicemente abbassando la testa dello zombie verso il cervello e far apparire il ricordo. Mi è sembrato un po' troppo brutto far vedere proprio questa gelatina violacea che entra ed esce dalla bocca di questo zombie che, tra l'altro, mastica a bocca aperta.
Poi: Il primo tempo.
Il primo tempo è al contempo veloce e lento. Veloce, perchè succede tutto nei primi dodici minuti: lo zombie introduce alla situazione, i due si innamorano, lui la porta nell'aereo. E lento perchè in questi quaranta minuti vediamo tutti gli zombie ringhiare, R. camminare in maniera gobba, dire al massimo sei battute e, quando parla, ripetere le frasi: "tengo al sicuro". Il movimento si raggiunge nel secondo tempo dove ovviamente hanno dovuto colmare alla lentezza del primo spaccando vetri, facendo grossi salti nel vuoto e sparatorie. Cosa succede nel secondo tempo? Julie e R. sono ricercati dagli "ossuti", la "forma morta" degli zombie, perchè a loro sembra non andare a genio il fatto che gli zombie possono ritornare umani e loro no. R. cerca di spiegare al padre di Julie, il comandante, che loro possono cambiare, ma il padre reagisce puntandogli una pistola alla tempia. Così Julie e R. scappano e il comandante ( interpretato da John Malkovich ) manda le sue armate contro gli zombie. C'è la sorpresa delle armate: gli zombie non sono contro di loro, e R. si lancia nel vuoto con Julie per scappare dagli ossuti. Il padre della ragazza spara R. proprio quando ( e questo dovrebbe essere l'apice di tutto il film ) è diventato umano, quindi lo zombie perde sangue e può morire. ( Ovviamente verrà curato ). Ma è proprio grazie a questa perdita di sangue che si capisce che gli zombie dicevano il vero e quindi le armate vengono ritirate. Non dico che tutto questo movimento non vada bene... anzi se ci fosse stato nel primo tempo sarebbe stato meglio, ma semplicemente che messo tutto insieme solo nel secondo risulta di cattiva formulazione.
Appuntino: A proposito della lentezza di R. nel primo tempo, non si può non osservare che il doppiatore, il bravissimo Flavio Aquilone, è troppo allegro e vivace, nella sua tonalità di voce, per interpretare la "flemma" del suddetto zombie.
Ora, un buco da riempire.
Mi è parsa di scorgere una lacuna, in questo film: R. mangia il cervello del fidanzato di Julie. Ma Julie e R. sono innamorati... come la mettiamo? In due modi: O a Julie non interessava nulla del suo ragazzo e quindi ora si è innamorata di R., suo assassino, oppure Julie non sa che è stato R. ad uccidere il suo ragazzo, e quindi il colpo di scena deve arrivare. Gli autori hanno pensato, giustamente, di prendere queste due opzioni e di mixarle. Risultato? Julie non sa che è stato R, ma al contempo non soffre poi così tanto perchè era preparata alla morte del ragazzo.
Qui, però, sorge un'altra domanda: il fatto che Julie è scappata di casa e questo avvenimento coincide con il fatto che R. le ha confessato l'assassinio, è casuale ( nel senso che scappa perchè, come diceva dall'inizio, vuole tornare dal padre ) oppure è scappata proprio perchè non ha retto alla notizia? Non si sa. Possiamo però cogliere, dalle scene successive, in cui viene introdotta Nora, la migliore amica di Julie, che alla nostra bionda protagonista manca lo zombie, e che quindi, diciamolo, del ragazzo non se ne frega nulla.
Andiamo ai parallelismi.
1) Allora, secondo me è evidentissima la somiglianza di ambientazione di "Io sono leggenda", sia nei luoghi e azioni ( la desolazione, i rifornimenti da cercare nelle case vuote ) che negli ossuti, che nel film che vede protagonista Will Smith sono esseri mostruosi, ma strutturati in maniera similare.
2) Twilight. C'è una scena in cui R. mangia il cervello del fidanzato di Julie e vede questi due innamorati stesi sull'erba, nelle stesse inquadrature che mostrano Edward e Bella quando sono sul prato... l'ho notato solo io?
3) La scena del balcone. Vediamo R. entrare nella zona umana di nascosto e andare da Julie. Quindi si mette sotto il suo balcone e la chiama. Evidente risonanza con "Romeo e Giulietta", in cui lui non deve essere scoperto e che non può stare in quella zona, nemica. L'unica differenza è che viene scoperto da Nora, ma accettato.
Il personaggio riuscito meglio.
Indubbiamente, Nora ( Analeigh Tipton ). Questo film tenta di essere, a volte, comico ( con le battute sulle spallucce di R. o quando R. dice a Julie di muoversi da zombie ) ma invano. L'unica persona che a mio avviso rende bello tutto questo film è Nora, che però purtroppo si vede solo in dieci minuti totali. Lei è empatica, immediata, efficace.
Insomma, è il primo film che sconsiglio.
Chissà, forse nel libro si percepiscono più emozioni...
Lo leggerò e vi farò sapere:)
Alla prossima:)


martedì 12 marzo 2013

Il grande e potente Oz.

Wow.
So che non si può iniziare un post con "wow", ma... che dire... Appena sono uscita dal cinema, avevo già in mente tutto quello che dovevo scrivere: dal regista agli attori, dai parallelismi film-film a quelli film-serie tv, o ancora a quelli regista-produttore. Ma, come al solito, fermiamo la voglia di dire tutto quello che mi passa per la testa come se tutti vivessero nel mio cervello e quindi potessero capire, e procediamo con ordine e chiarezza.
Innanzitutto, voglio chiarire a tutti quelli che, come me, sono andati su Wikipedia o su altri siti a cercare la trama di questa pellicola, che questo film è solamente ispirato al romanzo di Baum e che non è un prequel del fillm del 39 ( che vidi ). Prequel dovrebbe significare "qualcosa che viene prima di un'altra" o meglio, una specie di antefatto... Ecco, sia il film del 1939 che questo del 2013, mostrano la stessa storia: un regno e abitanti esposti alla distruzione della strega cattiva; un mago che deve arrivare da una terra lontana per risolvere la situazione. E' vero che il film del '39 ha dei personaggi diversi da questo del 2013, perchè il primo è ovviamente uguale al libro di Braum. Questo si è concesso qualche libertà, eliminando i personaggi come Doroty, il leone o lo spaventapasseri, che facevano del film e del libro di Braum una "storia con morale" per ragazzi. Però, di fatto, la storia è la medesima, e pertanto "Il grande e potente Oz" non può essere considerato il prequel de "Il mago di Oz".
Risolto questo problema, che in molti, compresa me, ha suscitato perplessità,"buttiamoci" nel film.
Seduta sulle immancabili poltrone rosse del cinema, metto gli occhiali 3d e sono lanciata nei tunnel dei titoli d'inizio; non c'è bisogno di leggere "Danny Elfman" per capire che le musiche sono sue. Comunque, il tunnel sfocia in una grande area in cui ci sono diverse tende. Il regista ci porta in quella del mago Oscar Diggs ( Oz, che è l'acronimo dei suoi nomi ) in cui vediamo il sovracitato sedurre una ragazza con un carillon. Irrompe l'aiutante di scena che gli dice di entrare in scena. Qui cattura l'attenzione del pubblico esibendosi in un numero in cui fa levitare la donna di prima. Andiamo subito alle particolarità. Ci sono due colpi di scena. Il primo, in cui due uomini dal pubblico dicono di vedere dei fili che sorreggono la ragazza. A queste accuse Oz risponde tagliando i fili e facendo svanire la donna. A questo punto, il secondo colpo di scena: una bambina è così colpita dalle magie di Oscar che interrompe gli applausi chiedendogli di farla camminare. La telecamera scende e ci mostra la sua sedia a rotelle. I genitori supplicano il mago dandogli soldi; mago che si commuove, ma non riesce ad ammettere di essere un truffatore, quindi si ritira dal palco. Ci si può soffermare un attimo sul primo colpo di scena, chiedendosi se può essere organizzato dal mago stesso. Credo che questa domanda sia legittima perchè solo poche scene prima vediamo Oz mettersi d'accordo con la donna e dirle di entrare dal pubblico ad un suo richiamo. Quindi potrebbero anche i due uomini essere benissimo d'accordo con Oz per innescare un falso dubbio negli spettatori, e di conseguenza, un maggiore stupore, dato lo scioglimento successivo.
Detto questo, andiamo al clou: per una serie di coincidenze nefaste, ossia vari uomini che scoprono che le loro donne sono state ingannate allo stesso modo ( il carillon ) dal mago, quest'ultimo è costretto a fuggire su una mongolfiera, ma viene risucchiato da un tornado. Prega Dio di salvargli la vita ed eccolo in una terra sconosciuta...  E pensare che solo poco tempo fa aveva parlato ad Annie, la sua vera amata, di non volere una vita ordinaria, ma la grandezza... Vista così, la storia è molto lineare. Insomma, il mago giunge in questa terra stranissima, dove i fiori si aprono al suo passaggio...

Parallelismi ( part one ).
Il produttore. Il produttore è Joe Roth. Non si può non pensare ad "Alice in Wonderland", appena si vedono quei fiori giganti che si aprono al passaggio di Oz. Sia nei fiori che nello stupore del mago, non possiamo fare a meno di ricordare quel wonderland che aveva poco di Burton, ma tanto di Roth. Stesse espressioni tra il nostro protagonista e quella Mia Wasikowska del film di Burton. Ho avuto modo di notare, comunque, che i caratteri del produttore si mantengono solo negli elementi naturali. Ad esempio la foresta nera, altra zona che ricorda l'Underground di Alice.

Andiamo avanti.
Oz incontra la strega Theodora, una splendida Mila Kunis ( molto meno splendida ne "Il cigno nero" ). Su questo personaggio tornerò più avanti. Per il momento basta solo dire che la donna introduce al mago tre cose essenziali:
1. Si trova nel mondo di Oz.
2. Porta il nome del mondo perchè è il mago che tutti aspettano per salvare il regno da una strega cattiva.
3. Se salverà il mondo, sarà re e avrà regno e oro.
Oz è attratto dall'oro dato che guadagna poco, e accetta. Durante il percorso verso il regno della sorella di Theodora, i due incontrano degli ostacoli che superano con qualche gioco di prestigio, che Theodora percepisce come prova che Oz è il mago effettivo di cui parlava la profezia. Come ad esempio il fumogeno rosso usato per spaventare il leone che voleva mangiare la scimmia alata, che poi diventa servitrice a vita di Oz.
E' essenziale dire che durante questo tragitto, la strega si innamora di Oz, perchè è diverso da tutti gli altri: la invita a ballare, le regala un carillon... vediamo chiaramente che al mago non interessa, ma Theodora è commossa al limite dell'amore.
Ad ogni modo, i nostri  arrivano a palazzo. Qui Oz è "accolto" da un'inconfondibile Rachel Weisz nelle vesti della sorella di Theodora, Evanora. Oz si sente a casa e la nostra strega, seppur rigida, gli "regge il gioco". Quando se ne va, fa una scenata alla sorella dicendole che non era opportuno portarlo nel palazzo. Theodora è confusa. E la nostra Evanora si impone agendo direttamente: comunica al mago di dover uccidere la strega cattiva Glinda, per poter essere re.
Oz si incammina per uccidere Glinda e recluta una fanciulla di porcellana, aiutandola come ha fatto con la scimmia. Arrivati da Glinda, la stanno per uccidere, ma scoprono che in realtà la vera strega cattiva è Evanora.

Ambiguità-suspance.
Qui la regia e gli scrittori hanno giocato molto bene, perchè si arriva al punto in cui ci si chiede: chi è la vera strega cattiva? Glinda, che accusa Evanora per non essere uccisa? O Evanora, che dirotta Oz su Glinda per avere il potere assoluto sul regno? Ad ogni modo non abbiamo dubbi su Theodora: lei è buona.

Il dubbio viene sciolto nella scena successiva: Evanora sta guardando la sfera magica ed è adirata perchè ha scoperto che Oz sa la verità. Così innesca un meccanismo: genera un carillon dalla sabbia e mente alla sorella, dicendole che Oz è solo un donnaiolo, che ha regalato anche a lei il carillon. Theodora soffre in modo immenso e chiede alla sorella di toglierle il dolore a qualsiasi costo. A questo punto Evanora ha perfettamente raggiunto il suo scopo: trasforma la sorella in strega malvagia, così avrà un potere in più in battaglia. Questo è ovviamente simbolo di debolezza. Chiedere rinforzi è sempre sintomo di debolezza. E infatti alla fine del film Evanora scapperà, dalla piazza, quando si troverà in difficoltà.
Quindi la nostra reale strega cattiva è Evanora. Theodora lo scopre, ma ormai è troppo tardi: viene trasformata in una strega verde e, anche se non lo vuole, è, per l'incantesimo, portata ad odiare il mago e volerlo distruggere.
Parallelismi ( part two ).
Ancora Joe Roth. Joe Roth è anche produttore di "Biancaneve e il cacciatore". Ovviamente, Evanora, nello stile, è uguale a Charlize Theron, che aveva interpretato la strega cattiva in Biancaneve. Per stile intendo la movenza e le urla quando si arrabbia. Ma non possiamo fare a meno di notare anche una somiglianza nei vestiti. Ecco qui la Weisz e la Theron.




Nel frattempo vediamo Oz e Glinda superare un muro di protezione ed entrare in città. Qui il mago decide di dare guerra ad Evanora, dopo un iniziale conflitto con se stesso e atto di vigliaccheria, quasi a voler tornare indietro... Quindi studia un piano: è chiaro che non ha poteri magici, che lui non è il mago che tutti aspettavano per salvare il proprio regno, ma è in grado di vincere comunque, con le sue idee. E questo è, credo, uno dei messaggi più alti di tutto il film: si può vincere senza magia, si può vincere senza superpoteri, ma solo mettendo bene a frutto la propria intelligenza.
Bene. Ora c'è una serie di giochi di magia: ologrammi, fuochi d'artificio, cose che gli abitanti del mondo di Oz non hanno mai visto e che pertanto spaventano le streghe. Oz vince la guerra. Evanora è esiliata, Theodora anche. Oz bacia Glinda, e "chi si è visto si è visto".
...Fermi tutti!!! Dove andate?
Ecco alcune cose che dobbiamo tenere in considerazione.
Topoi.
A dir la verità ho scorto solo un topos: l'ignoto. E' noto che gli uomini, nell'antichità, si spaventassero dei fulmini, dato che non li conoscevano. Allo stesso modo, tutti, ad Oz, sono spaventati ma anche attratti dai giochi di prestigio del mago, perchè provengono da una realtà a loro sconosciuta.
Oggetti simbolici.
A) Il carrillon. Il carillon ha spesso funzioni di predizioni nefaste: scatena sempre dolore. Lo abbiamo visto inizialmente, nel Kansas, quando Oz lo ha regalato a diverse donne, e ciò ha portato all'uomo robusto che lo inseguiva. Abbiamo visto che ritrovarsi ad Oz è stato un bene, quindi non si dovrebbe considerare un avvenimento nefasto, ma di certo il carillon simboleggia, allora, una rottura dell'equilibrio.
B) Il muro di protezione della città di Glinda.
Questo è l'"oggetto" più simbolico di tutto il film, a mio avviso, perchè ne cogliamo il significato solo in una piccola frase: "può superarlo ogni persona che sia pura di cuore". Ecco, non è da considerare ovvio, perchè Oz è puro e si capisce molto bene: l'oro è solo una maschera, un desiderio di superficie... in realtà lui aiuta le persone. Perchè, allora, sto promuovendo l'alta simbologia di questo muro? Per Theodora! Theodora riesce ad entrare!! Non potrebbe entrarci nessuno, neanche le streghe cattive, e lo conferma Glinda stessa. Allora perchè Theodora è riuscita nell'intento? Perchè lei era pura ed è solo sotto effetto di un incantesimo. Nel film si fa vedere che Theodora entra con difficoltà, quasi a volerci inculcare l'idea che ce l'ha fatta grazie alla magia. Ma, se si presta attenzione, questa tesi è smentita dalle parole di Glinda: "Evanora e le sue forze non hanno facoltà di entrare".
I Personaggi.
OZ. Oz è superficialmente un uomo egoista e interessato alla ricchezza, ma in realtà è buono. L'unico difetto è che sembra credere in ogni donna: Theodora, Glinda, Evanora... per lui è tutto indifferente, basta che si trovi di fronte una bellezza femminile. E se Glinda fosse stata la strega cattiva, in quel momento? Lo avrebbe ucciso. E se Evanora non gli avesse retto il gioco? Lo avrebbe ucciso, ugualmente. L'unica che non avrebbe fatto nulla era Theodora.
- Theodora. Il vero personaggio che mi ha deluso è stato Theodora. Intendiamoci, non è stata una sua scelta, ma degli autori. Era il personaggio in cui credevo di più. Era buona e doveva tornare buona!

Commenti?
A presto!
Sara.

mercoledì 6 marzo 2013

Agorà.


Agorà...
Agorà è un film sensazionale...
Sostanzialmente, si fa vedere come il cristianesimo ha raggiunto un potere centrale in Alessandria d'Egitto. Al contempo, però, si narra la storia dell'astronoma Ipazia, che già oltre mille anni prima di Keplero aveva scoperto che i pianeti percorrono orbite ellittiche. Ma a questo ci arriveremo.
Questo è uno di quei film come "Il primo cavaliere" in cui la prima inquadratura mostra delle scritte: è un'introduzione all'ambientazione che viene data al pubblico. Nello specifico, sappiamo che ci troviamo ad Alessandria e che c'è ancora il paganesimo, anche se nella città è presente un gruppo di cristiani ortodossi.
Subito, direi quasi in medias res se non fosse per le scritte iniziali, ci troviamo di fronte un'Ipazia che cerca di far capire ai suoi allievi che la Terra ha un centro. Un qualsiasi osservatore noterà subito che oltre ad Ipazia, la telecamera si allunga mettendo a fuoco lo schiavo Davo, personaggio che sarà in seguito centrale, e che in questo momento si occupa solo di affiancare l'astronoma nei suoi esperimenti, ora raccogliendole uno straccio, ora non facendolo. Altrettanto nell'immediatezza, la lezione della scenziata finisce e il regista ci porta  nell'agorà, in cui un gruppo di cristiani prende in giro dei pagani. C'è una sorta di zona rettangolare in cui ardono delle braci, e uno dei cristiani, Ammonio, sfida un pagano a camminare sulle braci. Se uno dei due arde, il suo dio non è quello vero. Il cristiano Ammonio riesce a passare, poi getta brutalmente il pagano nel fuoco. Pagano che non voleva assolutamente cimentarsi in quella prova e che ne resta ferito. Gli alessandrini pagani tornano nelle proprie dimore, e noi che vediamo il film siamo portati nella dimora del padre di Ipazia, Teone. Teone che fa un piccolo discorso contro i cristiani e contro la loro violenza. Fa notare che hanno bruciato senza nessun problema un cristiano nella pubblica piazza e, con questo pretesto, decide di punire una schiava domestica in quanto in possesso di una croce cristiana. Si sacrifica per lei, alla frusta, Davo, lo schiavo di Ipazia, affermandosi cristiano. Ed è su Davo che noi ora ci concentriamo. Innanzitutto capiamo che il suddetto schiavo è interessato agli insegnamenti di Ipazia, perchè costruisce un modello del movimento della Terra e dei pianeti sulla base dei suoi insegnamenti. In seguito, il regista ci mostra Davo per le strade della città che è andato a comprare del pane per il suo padrone. Curioso, entra in un luogo di preghiera cristiano e viene accolto da quello che in seguito sarà il vescovo Cirillo, che lo spinge a donare il pane agli altri cristiani. Da qui intuiamo anche che siamo di fronte a un gruppo di parabolani, cioè quelle persone che speravano di morire in nome di Cristo dedicandosi agli ammalati. ( Ma anche alla sepoltura dei morti, cosa che verrà introdotta in seguito ).
Ancora altre piccole scene: Oreste e Sinesio. Il primo, innamorato di Ipazia e molto impulsivo. Il secondo, più riflessivo e convinto che "sono più le cose che ci accomunano rispetto a quelle che ci dividono". Ossia siamo tutti fratelli, uguali, al di là delle nostre credenze siamo prima di tutto umani. Il regista, quindi, vuole imprimerci questo concetto, e lo fa attraverso le parole di Sinesio, che da questo momento non si vedrà più fino a un bel po'.
Andiamo alla scena del teatro, che è tra le seguenti, dopo questa appena descritta.
Ci si chiede: perchè introdurre uno spezzone? Non di certo per dirci che si andava a teatro in quel tempo, perchè si sa. Neanche per farci vedere Oreste, allievo di Ipazia,che si dichiara a lei davanti a tutti. Qualcuno, in effetti, potrebbe pensare che la reale motivazione è questa, dato che comporterà un cambiamento nel carattere di Davo. Tuttavia io preferisco pensarla diversamente: quando i pagani sono definitivamente eliminati, il film, con le solite scritte, ci informa del fatto che sono subentrati gli ebrei, contro cui sono ora i cristiani. Dov'è che il regista ci mostra il conflitto cristianesimo-ebraismo? A teatro. Il teatro è ora usato dagli ebrei, e i cristiani tirano loro delle pietre addosso. Il teatro, quindi, è luogo di evoluzione: prima raccoglie i pagani, ora gli ebrei... un domani raccoglierà i cristiani.
Siamo rimasti ad Oreste che si dichiara pubblicamente ad Ipazia.
Ipazia rifiuta. Questa scena è utile solo per mostrarci come Davo si converte ufficialmente al cristianesimo, dato che aveva pregato Dio affinchè Ipazia non cedesse.
La scena più bella, più struggente di tutto il film, si ha a fine primo tempo, e dopo tutti questi preamboli ( i cristiani che stanno per invadere ). Parlo della distruzione della biblioteca d'Alessandria, nel Serapeo. Vediamo un Ipazia affrettata, ma soprattutto indignata, ordinare di salvare le opere maggiori. Il problema è che su oltre almeno mille opere, se ne salvano all'incirca una cinquantina. Quello che mi fecero notare, è che  dagli zoom brevi e frettolosi, vediamo le opere classificate per generi. Ad esempio, leggiamo: to drama. Ad ogni modo, una scena toccante, che culmina con il pianto di Ipazia e la fine del primo tempo. Come il primo, il secondo tempo è introdotto dalle solite scritte scorrevoli in cui ci viene detto che ora i pagani non esistono più, ma ci sono gli ebrei, che i cristiani vedono come ostacolo, quindi è loro obiettivo eliminarli. Capo dei cristiani con il nome di "vescovo Cirillo" è diventato colui che aveva invogliato Davo a dar da mangiare agli ammalati. Ora è lui a decidere le azioni ed è finalmente mostrato per quello che è: un capo, un dittatore. La scena del teatro precedentemente citata ( nel contesto ebraico, ovviamente ) serve anche da introduzione alla figura di Oreste, ormai prefetto ma anche marito di Ipazia. Non è più arrogante, però...
Il film va avanti con scene sempre più toccanti, con un'Ipazia alla continua ricerca della prova che dimostra l'esattezza del sistema di Aristarco... e termina con la sua morte. Nello specifico, il vescovo Cirillo si accorge del fatto che la filosofa è ancora pagana e Oreste, il prefetto, l'unico che ha potere legale è dalla sua parte. Così decide con uno stratagemma di screditarlo davanti a tutti. L'antefatto è questo: gli ebrei sono stati lesi dai cristiani e il prefetto ha il potere di arrestare Cirillo. Ipazia invoglia Oreste a farlo, anche temendo che i cristiani gli si rivoltino contro tutti. Cosa fa, quindi, Cirillo? Chiede ad Oreste di incontrarsi in un luogo a cui hanno accesso solo i cristiani. Legge un passo della Bibbia in cui si screditano le donne, e ovviamente il riferimento è ad Ipazia, e gli chiede di inchinarsi al volere di Dio. Oreste rifiuta andandosene, e Ipazia è condannata. I cristiani hanno vinto: è la fine di Alessandria.

Simbologie.
Davo è un personaggio altamente simbolico. Con lui iniziano i dubbi. E' il primo a dubitare del paganesimo. Dà il pane agli ammalati e prova quasi commozione dalle loro richieste di cibo e dal ringraziamento che gli fanno. E così, in segreto, la sua reazione è quella di pregare Dio. Prega, nello specifico, affinchè Ipazia non sia di nessun altro uomo fuorchè di lui. Poi, incuriosito dai cristiani, discute del cristianesimo con altri schiavi. E ancora, quando la sua preghiera verrà accolta, si convertirà. Non è casuale, a mio parere, che sia uno schiavo ad iniziare una "rivolta" contro il paganesimo. Gli schiavi rappresentati come male della società...
Non sono i cristiani, qui, rappresentati come i "cattivi", sebbene torturino. E' su Davo che si riversa l'errore, l'errore di dubitare degli dei in cui fino a prima aveva creduto...
Altrettanto simbolica, infatti, è la scena del pane. Il futuro vescovo Cirillo invoglia Davo dicendo che è bellissima la beneficenza. Non dimentichiamoci, però, che lo invoglierà, poi, a rompere le statue pagane. Senza forza, senza prepotenza. Non cadete nell'errore!! La verità, infatti, quello che sto cercando di dire, è che lo schiavo è troppo ingenuo e legato a dolori personali ( il rifiuto di Ipazia ) per comprendere la verità: Cirillo è subdolo. Davo infatti viene liberato da Ipazia quando prova a baciarla. Questa scena non è casuale. Il regista non l'avrebbe messa, se non avesse voluto far vedere la verità. C'è quindi una condanna al cristianesimo. Potreste ribattere dicendo che questa condanna è presente in tutto il film, dato che mostra le torture e le malvagità dei cristiani, ma c'è una verità di fondo e incontestabile, che può, in un certo qual modo, salvare i cristiani: Davo è stato un traditore. Ma appunto, finora ho dimostrato che Davo non è altro che una persona confusa e frustrata, che ambisce a una vita migliore e piena di riconoscenza e che, pertanto, può sbagliare.
I movimenti A S A'.
E' chiaro che siamo di fronte a un film in cui non c'è una situazione iniziale dettata dalle riprese. Solo da scritte scorrevoli, che non bastano a classificare la pellicola come dotata di struttura S A S'. Tra l'altro, il regista che, letteralmente, ci travolge portandoci, come ho scritto prima, in medias res, contribuisce a questa  teoria. Ora, è importante dire che abbiamo diversi, piccoli, movimenti A S A', in un unico, grande, film così strutturato.
- Davo. E' complicato descrivere, perchè c'è un collegamento tra il personaggio di questo schiavo e le altre situazioni del film, che rendono difficile la descrizione di un'azione e una situazione generatrici. Facciamo l'esempio che volevo esporre per i movimenti. Tutto inizia dal suo dono del cibo agli ammalati cristiani ( A ). Prova, così, un sentimento positivo dagli ammalati. ( S ) Il film, a questo punto, si sposta. Non ci mostra più Davo, ma altre scene. Ed è proprio grazie a queste scene che possiamo tornare indietro e riassumere così: Davo sa della dichiarazione di Oreste ---> decide di pregare affinchè Ipazia non ceda. La dichiarazione di Oreste è al contempo situazione e azione. Situazione, perchè è da questa notizia che si genera una conseguenza, la conseguenza della preghiera. Azione, perchè se prima Davo aveva solo qualche dubbio sul cristianesimo, il pericolo rappresentato da Oreste lo spinge a chiedere aiuto a Dio. E' uno slancio, un rischio che troverà poi riscossione, e quindi una nuova situazione: Davo è definitivamente cristiano.
Non è finita. Davo genera altri movimenti. Questa volta, però, sono S A S'. Vediamo nello specifico:
Davo è cristiano. ( S ) I cristiani fanno cattive azioni ( A ) Davo dubita del cristianesimo. ( S' ). Ma vediamo come finisce: catturano Ipazia. ( S ) Davo si impone sull'uccisione... A? No, è sbagliato. Perchè non riesce ad imporsi sui cristiani. Resta da solo con Ipazia... e al posto di liberarla piange con lei. Piange perchè si pente, ma non riesce ancora a redimersi e a prendere una posizione contro i cristiani, così salvando Ipazia... E così qui non abbiamo solo la fine della filosofa, ma anche dello schiavo. Non ha avuto coraggio...
Il crescendo scientifico.
Ho trascurato fino ad ora l'argomento scientifico trattato nel film, perchè bisogna analizzarlo con cura. La materia scientifica è introdotta da Ipazia che discute sul sistema tolemaico. Più in avanti, si accorge che quello corretto è probabilmente quello di Aristarco. Questo coincide con il passaggio dal paganesimo al cristianesimo di Davo. Una volta scelto di ipotizzare che le giuste supposizioni sono quelle di Aristarco, e quindi il modello eliocentrico, bisogna dimostrare come può il sole essere di meno in inverno e di più in estate. Se la Terra gira intorno al sole attraverso un orbita circolare, la distanza è uguale.. Ipazia è sulla giusta strada ma non riesce a trovare la soluzione vincente, e questo coincide con i cristiani che sono sulla giusta strada per arrivare al potere ma ancora hanno bisogno dell'ultimo tassello. Ovviamente si può notare come Ipazia, però, rappresenti il bene, e i cristiani il male. Per cui un parallelismo ben studiato ed efficace. Il film termina. E termina con Ipazia che scopre improvvisamente l'orbita ellittica. E con i cristiani che la uccidono, così il regno è loro. Ovviamente le solite scritte scorrevoli che elogiano Ipazia e ci dicono come finirà il tutto, cosa che si sa anche nella storia e che pertanto poteva essere evitata, ma l'importanza è l'accuratezza, la sottigliezza del regista che ha trattato un tema così delicato in forma dualistica. Ci sono sempre due interpretazioni, una apparente e superficiale, e una sottile e reale. Ad ogni modo, il tema scientifico è secondo me quello riuscito meglio, perchè la fine del film è un pathos, una suspence incredibile. Ipazia ha vinto, Cirillo ha vinto. Una vittoria nel bene e una nel male.
A presto!!
Sara.