lunedì 25 febbraio 2013

Chocolat - il libro.

Romanzo di Joanne Harris; se alcuni di voi non l'hanno ancora letto, vi consiglio vivamente di farlo, perchè ne vale veramente la pena.
E' un libro particolare: curioso, o carino, per chi non crede; difficile, per chi invece crede o sa che certe cose esistono. Ebbene la prima cosa da chiarire è: chi è la protagonista? Vianne. Ha una figlia, Anouk, ma non un marito, nè un compagno. Giunge nel piccolo paese francese di Lasquenet e prende in affitto quella che prima era una panetteria, trasformandola in cioccolateria. L'autrice mette subito in risalto i pensieri di Vianne, che non è neanche arrivata nel nuovo paese che già si chiede quando andrà via, o se resterà definitivamente. Il paese è piccolo e comunitario, per cui subito il curato ci tiene a presentarsi, invitare la protagonista a Messa, ma il vero scopo è ovviamente capire chi è quella donna, se è degna o meno di restare a Lasquenet. Vianne è genuina, e risponde tranquillamente di non essere praticante, nè tantomeno sposata. Il parroco si congeda. Ora, il libro alterna pagine in cui a scrivere è Vianne, ed altre in cui c'est le curé Francis Reynaud a parlare. Devo dire che, avendo letto anche il "sequel", "Il giardino delle pesche e delle rose", la struttura si capisce molto meglio, perchè quando, ad esempio, narra il curato, sulla pagina troviamo una croce, che appunto ci indica la fascia ecclesiastica. Purtroppo io lessi prima il seguito, poichè, per quanto riguarda Chocolat, avevo visto il film. In realtà andò così: vidi il film da bambina e mi commosse. Poi, poco tempo fa, andai in libreria e mi soffermai sul seguito. Leggendo i commenti dei critici, scorsi: "dalla stessa autrice di Chocolat..." E fu flash. Cavolo, allora Chocolat era un libro! Ma lì non lo trovai. Lo trovai solo in biblioteca e lo presi in prestito. Stessa struttura, eccetto i simboli ( la croce di prima, ad esempio ) che sono stati, appunto nel seguito, aggiunti per arricchire. Ma torniamo al nostro resoconto. Dunque, possiamo cogliere diverse particolarità utili alla formazione di un messaggio e di una morale, nel libro, dalle pagine dei due narratori: Vianne e Reynaud. Da quelle di Reynaud ci colpisce che il curato si rivolge sempre a un certo "mon pérè". Istintivamente, così come feci io, si può pensare che per mon pérè si intenda Dio, finché, però, arriviamo a una frase, in cui il nostro curato scrive: "Almeno una risposta.. una! E invece, nulla. Solo il psshh-pa della macchina che ti fa respirare." E così ci assale un tarlo terribile: chi è, in realtà, quel pérè a cui Reynaud si rivolge? Ci verrà svelato più avanti tra le righe di Vianne: è un curato che c'era prima di lui. Anche se nulla di più. Ma andiamo alle pagine di Vianne. Donna misteriosa, la nostra protagonista, vero? Non solo per noi, ma anche per se stessa. Ancora lei non sa chi è veramente. Gradualmente, l'autrice ci introduce, per lei, parole come 'strega', 'fare le carte', 'arrivare con il vento'... Ci è subito spiegato, da Vianne stessa, che per strega si indica, in realtà, non chi immaginiamo: ossia la donna del medioevo o quella in scopa che rischia il rogo, bensì una figura femminile che ha strani doni; lei infatti percepisce, è diversa dagli altri, ha conoscenze antiche, riesce a chiudere gli occhi e vedere i colori dominanti di una persona, o ancora percepire i suoi sentimenti e 'cambiare le cose'... Allo stesso modo, per 'fare le carte' non dobbiamo pensare alla donna con il turbante, chiusa in una tenda a ricevere gente. No. Qui, fare le carte è anzitutto una cosa intima. Vianne, infatti, fa le carte a se stessa perchè vuole capire, acquisire informazioni utili a preservarle sofferenze. A Vianne non piace, tra l'altro, fare le carte, al contrario di quella che era sua madre, che nelle carte aveva fede e vedeva tutto, senza meditare a lungo sulla possibile interpretazione. Per quanto riguarda, invece, 'arrivare con il vento', in questo libro ho avuto la sensazione che l'autrice non gli abbia dato troppa importanza. Al contrario, invece, nel seguito, in cui c'è davvero tanta minuzia: c'è il vento buono, il vento cattivo, la canzone del vento che rende il vento uditore e quindi agente... Comunque, per essere meno dispersiva, in Chocolat succede questo: Vianne apre una cioccolateria di nome La celeste praline. Non ha molti clienti perchè il curato e quelli che vengono denominati come ' I fans della Bibbia' non tollerano che ci sia una cioccolateria nel periodo di Quaresima. Nonostante questo, però, qualcuno alla porta di Vianne va: è chi in Vianne ha trovato quello che cercava in quel paese, invano. Si tratta, nello specifico, del vecchio Guillaume, con il suo cane Charlie. Cosa cercava, Guillaume? Una conferma. Una conferma che gli facesse dire: allora ho ragione io... ce la posso fare. In pratica Guillaume, prima dell'arrivo di Vianne, ha posto continuamente domande al curato Reynaud riguardo all'anima del cane. I cani hanno un anima? Reynaud ovviamente, da buon cattolico, lo ha congedato con molte penitenze e con una risposta negativa. Ma Vianne è totalmente sicura che anche i cani hanno l'anima, e così Guillaume inizia ad avvicinarsi alla chocolaterie, per saperne di più. In realtà il vecchietto sa già tutto quello che Vianne gli dice, ma ha solo bisogno di sentire quelle parole, perchè è come se se ne dimenticasse, è come se avesse perso la sua forza interna e avesse bisogno di uno stimolo esterno. E così, in seguito, troverà il coraggio di porre fine alle sofferenze di Charlie. Poi c'è Josephine, che ruba per sfogo. Ma smetterà di rubare solo quando Vianne le avrà indicato la giusta strada: non deve sottostare al marito violento ed ubriaco. Lei è una donna libera. E libertà non significa , come erroneamente interpreta Josephine, lasciare il marito e cambiare città. Ma avere il coraggio di restare a Lasquenet, sotto gli occhi di tutti e del marito in particolare, sotto una nuova veste: l'indipendenza. E infine la coppia Armande-Luc. Nonna-nipote. Alla prima è impedita la vista del secondo e viceversa. Perchè e da chi? Perchè Armande è come Vianne, e la madre di Luc, nonchè figlia di Armande ( Caro Clairmont ) non vuole che la vecchia abbia una cattiva influenza su di lui. Ovviamente Caro è una fan della Bibbia. In questo libro, la mentalità di paese c'è tutta. Tuttavia Vianne riesce a combinare un appuntamento tra nonna e nipote. Armande, poi, diventerà amica di Guillaume, e anche di Roux, il nostro ultimo, ma principale, personaggio. Come se tutto questo ( l'unione di Vianne, Armande, Luc, Josephine, Guillaume ) non facesse già abbastanza imbestialire Reynaud, a complicare la situazione è l'arrivo di Roux. Chi è Roux? E' quello che comunemente viene chiamato 'topo di fiume', ossia un nomade che vive su una barca. Per questo arrivo, i 'fans della Bibbia' si organizzano invitando tutti i negozianti ad affiggere sulla propria porta volantini in cui c'è l'invito ad andare via. Vianne, ovviamente, si rifiuta, ed offre a Roux ospitalità. Ad ogni modo, ai cittadini di Lasquenet dà così fastidio che la barca di Roux viene incendiata. Sapremo solo dopo che il colpevole è il marito di Josephine. Roux resta senza casa nè soldi, e si guadagna da vivere facendo lavori da Armande. Descritto così mi rendo conto che è molto brutto. Leggendo, infatti, l'autrice fa percepire al lettore un crescendoo di angoscia e tristezza, e anche lo schifo di Roux verso quell'ostilità. Ma soprattutto un orgoglio, perchè Roux non vuole elemosinare nulla nè a Vianne e Josephine ( che ora abita da lei ) nè tantomeno ad Armande. Comunque, il libro termina con la morte di Charlie ( il cane di Guillaume ) e con la consapevolezza di Armande. Cioè la donna, che è diabetica, sceglie di dare una sorta di 'banchetto proibito' per i suoi 81 anni, in cui morirà. Perchè, questo? Perchè ora, finalmente, può morire in pace. Perchè Vianne le è stata fondamentale: si è riconciliata con il nipote. E, ovviamente, non dobbiamo trascurare l'evoluzione del piccolo Luc, a prescindere dal dire che con la nonna tutto si risolve. Nei fatti, vediamo un ragazzino balbuziente, assoggettato al potere della madre, che riesce a sciogliersi pian piano grazie alle battute della  nonna. Vediamo un Luc che inizia a scegliere. Mente a sua madre perchè sceglie la felicità che gli dà sua nonna, e quello che ritiene giusto. Anche a lui, probabilmente, serviva un po' di input.
Tanti temi importanti... insomma, leggetelo, se volete.
Alla prossima!
Sara.

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